I colori fanno parte degli elementi attraverso i quali i sensi apprendono la
realtà. I colori possiedono, esplicano e manifestano anche funzioni che non sono connesse
soltanto all'ambito prettamente visivo e sensoriale, ma possono svolgere
anche un ruolo morale, sensibile, estetico, evocando in noi sensazioni, emozioni e ricordi. Il linguaggio del colore si
configura così come un linguaggio simbolico particolare, il linguaggio vivente della natura, con il quale si può stabilire un rapporto di comunicazione ed un'esperienza interpretativa.
I colori erano dotati di un potere, di una funzione
magica. L'uomo ha quindi da sempre intuito il potere del
messaggio dei colori, associando a questi dei concetti, dei sentimenti, dei segni,
fino a creare un vero e proprio linguaggio dei colori.
Una delle testimonianze più antiche relative ai poteri magici attribuiti ai
colori è il fatto che già in epoca preistorica molti popoli avessero l'abitudine di
dipingere i muri delle caverne.
Nell'antico Egitto il simbolismo dei colori è molto evoluto, ed è proprio
dall'Oriente che questa sensibilità cromatica si amplifica e si tramanda, attraverso
la Grecia e Roma, fino ad estendersi all'intero mondo occidentale.
N.B. Il colore nero viene considerato come COLORE PROSSIMO al grigio antracite, vista la sua tonalità scura.
IL NERO
E’ il colore del buio, della morte, del male e del mistero, ci parla del vuoto, del caos e delle origini, è controbilanciato dal suo opposto, il bianco, simbolo di luce: il dualismo luce/oscurità (dal latino "ater" nero in senso fisico come assenza di luce , e "niger" come nero brillante).
La preparazione di questa tinta si conosce dal Mesolitico, deriva da sostanze naturali o minerali come L'"atramentum", la fuliggine di resina , e l'"elephantinum", la combustione di avorio.
- IL NERO COME COLORE E SIMBOLO DEL PRINCIPIO:
L'immagine della Genesi è sempre stata associata a quella di "Caos", senza luce, vuoto e tenebre. Il nero è stato quindi definito come colore della sintesi universale, del mistero e dell'ignoto.
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Osiride, Divinità Egizia |
- IL NERO COME SIMBOLO DI FECONDITA':
L'immagine del nero aggiunta a quella dell'acqua si collega a quella di carica fecondativa, creativa, generatrice dell'Oceano primitivo. Allo stesso modo la terra è simbolo matrice dell'esistenza terrestre ed umana. In Egitto Osiride veniva raffigurato di nero, visto all’origine come simbolo di fecondità. Il ciclo annuale della vegetazione che muore quindi riappare, concretizzò l’idea della resurrezione ed egli diventò il dio della morte e del risorgere alla vita eterna.
- IL NERO COME SIMBOLO DI REGRESSIONE E MORTE:
Così come per 'venire alla luce' si intende l'abbandono dello stato oscuro, così 'spegnersi alla luce' significa la morte. Il nero è l'ambiguità dell'esistenza umana sospesa tra l'esistenza ed il nulla. Per gli Egizi negli Inferi l'anima si rigenera prima di reincarnarsi, mentre per le altre civiltà, Ebraici, Romani, Greci e i popoli della Mesopotamia, essi sono un luogo senza ritorno, dove anche le divinità possono cadere.
- IL NERO COME LUTTO:
In segno di lutto in tutte le civiltà il manto nero è indossato a tale scopo. I Greci sacrificavano gli animali dal pelo nero per i riti funerari dedicati agli eroi.
- IL NERO COME SIMBOLO DEL MALE:
È sempre stato un colore ambiguo, oscuro, con racchiuse in sé le potenzialità del bene e del male, collegato agli aspetti notturni della psiche, dove l'anima muta forma, dove la malvagità ha la meglio e si manifesta sotto forma di animali selvatici, come il cinghiale o il serpente. In Mesopotamia ed in Grecia il male è femmina, per cui le divinità (femminili) degli inferi sono oltremodo informi, con sembianze metà uomo-metà bestia, oppure animale-tempesta.
- IL NERO COME SIMBOLO DI RIGENERAZIONE: