Il nome del colore deriva da un tipo di carbone fossile di origine antichissima ricchissimo di carbonio libero e ad alto potere calorifico.
La parola deriva dal greco ἄνϑραξ -ακος ossia "carbone" e dal latino “anthracite".
Antracite dal greco ANTHRAX, carbone, e ITE’ terminazione scientifica (cfr. Antrace).
Sostanza minerale di color nero, simile al carbone, con splendore di piombaggine, difficilmente combustibile.
[sec. XIX; dal greco ánthrax-akos, carbone]. Carbone fossile, solitamente di età paleozoica, ultimo termine del processo di carbonizzazione. Si presenta in masse dure e compatte di colore nero-grigiastro con lucentezza brillante quasi metallica, a frattura concoide e di densità variabile da 1,3 a 1,7 a seconda del residuo secco. L'antracite ha un contenuto medio in carbonio del 95% ed è molto povera di sostanze volatili; quindi si accende con difficoltà, bruciando poi bene, e senza produrre fumi, con fiamma cortissima e poco luminosa, solo con aria in eccesso. Per distillazione secca si ottiene un coke polverulento, inadatto per usi industriali. Per il notevole potere calorifico, superiore alle 8000 kcal/kg se il tenore in residuo secco è molto basso, le antraciti sono un eccellente combustibile per focolari a forte tiraggio e per stufe a fuoco continuo. Cina e Stati Uniti sono i principali produttori mondiali; in Italia modesti giacimenti sono coltivati a La Thuile, in Val d'Aosta, e a Seui, in Sardegna.
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